Anche gli aerei fanno marcia indietro
- Filippo Busca
- 7 giorni fa
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 4 giorni fa
Durante un recente viaggio in aereo, osservando le fasi di decollo dal finestrino, ho notato – forse per la prima volta con vera attenzione – un dettaglio apparentemente banale: anche gli aerei, prima di prendere il volo, fanno marcia indietro.
In quel momento ho pensato: "Ma guarda, anche questi giganti, simbolo per eccellenza del progresso e della spinta in avanti, iniziano spesso il loro percorso... facendo un passo indietro."
Ecco, questa immagine mi è rimasta in testa.
Mi ha fatto riflettere su quanto spesso, nel mondo aziendale e nei progetti di trasformazione digitale – soprattutto quando si parla di software gestionale – ci sia una resistenza profonda a fermarsi, a riguardare il proprio percorso, a fare “marcia indietro” per ripartire meglio.
Molte aziende vivono il cambiamento del gestionale come una corsa in avanti obbligata, spesso innescata da pressioni esterne: un fornitore che dismette una piattaforma, un competitor che cambia ERP, un commerciale che lancia il tormentone della “rivoluzione digitale”. E così si parte. Ma spesso senza una vera direzione.
Un gestionale è parte del motore aziendale. È ciò che collega processi, persone, dati, decisioni. E se il motore non è pronto, se il pilota non ha chiaro il volo, se la pista non è libera... decollare può essere pericoloso.
In un progetto di sostituzione del gestionale, fare marcia indietro può voler dire:
Mettere in discussione processi che si danno per scontati da anni.
Rivedere abitudini consolidate ma inefficienti.
Accettare di ricalibrare i propri obiettivi.
Raccogliere feedback reali prima di scegliere una tecnologia.
In altre parole, può voler dire prendere la rincorsa prima di spiccare il volo.
È un momento delicato, certo. Ma è anche un gesto di lucidità. Di consapevolezza.
C’è una forma di coraggio sottile nel dire: “Aspetta, forse dobbiamo fare un passo indietro.”
Non è debolezza. È leadership.
Significa saper riconoscere che un cambiamento non può essere solo tecnico. Che prima ancora del software, serve una cultura pronta ad accoglierlo, dei dati pronti ad alimentarlo, delle persone pronte a usarlo.
Sì, anche gli aerei fanno marcia indietro. Non perché non sappiano dove andare. Ma perché ogni decollo sicuro ha bisogno di spazio, direzione e controllo.
E forse anche nei nostri progetti di trasformazione digitale dovremmo prendere esempio da loro: non avere fretta di decollare, ma piuttosto assicurarci che stiamo andando nella giusta direzione. Anche se questo significa, all’inizio, fare un passo indietro.
Con questo concludo e #restoinascolto.

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