La “fatica di Sisifo” (digitale): quando spingi e rispingi lo stesso masso, ogni giorno
- Filippo Busca
- 23 minuti fa
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“Ho fatto le fatiche di Sisifo”.
Sento usare spesso questo modo di dire. Io non ho certo fatto le scuole alte, anzi, ma anche a me accede di usarlo ed ora che ci penso, effettivamente, lo faccio più per averne intuito il significato che per conoscerlo veramente.
E allora mi sono deciso, ho voluto approfondire la cosa (tranquilli, sarò sintetico: non ho intenzione di fare un trattato di storia greca 😊).
Nella mitologia greca Sisifo è il più furbo dei mortali, protagonista di varie vicende che mettono in risalto la sua capacità di escogitare astuzie, rendendosi colpevole di numerosi misfatti — soprattutto di aver ingannato ripetutamente Zeus.
Irato, Zeus gli riserva una punizione esemplare: Sisifo viene rinchiuso nell’Ade e condannato a un’eterna fatica. Con la sola forza delle braccia e facendo leva sulla testa, è costretto a far salire un enorme macigno su un monte dell’oltretomba. Una volta in cima, il masso rotola di nuovo giù. E lui deve ricominciare da capo. All’infinito.
Da qui il detto “le fatiche di Sisifo”: indicare chi si affanna in un’impresa ardua, dispendiosa di energie, ma inutile perché i risultati si annullano ogni volta.
C’è una scena che si ripete in tanti uffici. È lunedì mattina, apri il PC, prendi il file “Report_vendite_definitivo_final_rev7.xlsx”, copi-incolli dati da tre fonti diverse, sistemi le colonne, rifai le formule perché “venerdì funzionavano, giuro”, esporti il PDF, lo mandi in giro… e martedì? Ovvio, ricominci da capo.
Ogni settimana lo stesso masso, la stessa salita, la stessa “fatica di Sisifo”.
E la cosa buffa è che quasi ci abbiamo fatto l’abitudine: “Dai, ci metto mezz’ora”. Che poi diventano 90 minuti. E un pezzetto di energia mentale in meno.
Nel mito, Sisifo è condannato a ripetere all’infinito. In azienda, non serve una condanna divina: bastano processi mal disegnati, dati sporchi, silos, strumenti non parlanti tra loro e personalizzazioni-tampone. Risultato? La trasformazione digitale si riduce a una sfilata di massi: task ripetitivi e urgenze cicliche. Cambi il software, ma la montagna è sempre lì. E il masso pure.
Il punto non è “più tecnologia”: è smontare i meccanismi che generano lavoro infinito.
Ecco i “classici” che ho visto più spesso sul campo:
Processi senza “owner”
Se nessuno è responsabile del processo (davvero), il flusso si frammenta: ognuno ottimizza il suo pezzo, nessuno ottimizza l’insieme. E il masso rotola.
Dati non affidabili (o non univoci)
Anagrafiche duplicate, codifiche creative, listini “quasi giusti”. Se i dati di partenza zoppicano, ogni settimana si raddrizza a mano. E il masso rotola.
Customizzazioni-tampone
Soluzioni rapide per “far contento” un reparto… che diventano nodi permanenti. Mesi dopo nessuno ricorda perché siano lì, ma intanto costano tempo. E’ il masso rotola.
Assenza di definizione chiara di “finito”
“Quando è pronto il report?” “Quando non ci sono errori”. Che vuol dire tutto e niente. E il masso rotola.
Automatizzare l’errato
Grande classico: si automatizza un processo non stabile. Così gli errori corrono più veloci. E tu dietro. Con il masso.
Qualche mossa semplice, ma concreta, per uscire dal girone di Sisifo:
Mappa i “massi”
Elenca le attività che rifai identiche ogni settimana/mese (rework, riconciliazioni, consolidamenti manuali). Stima tempo/impatti. Parti da lì.
Nomina un “process owner”
Una persona (non un comitato) con mandato di semplificare, rimuovere colli di bottiglia, definire metriche.
Stabilisci la “fonte ufficiale” del dato
Per ogni informazione critica (prezzi, anagrafiche, disponibilità), una sola fonte, chiara e accessibile. Tutto il resto si allinea a quella.
Prima stabilizza, poi automatizza
Fissa il processo “manuale buono” (chi fa cosa, quando, con quali input/output). Solo dopo costruisci l’automazione. Automazione ≠ bacchetta magica.
Micro-progetti da 2–4 settimane
Riduci l’ambizione, aumenta la velocità di apprendimento: un flusso, un report, un’integrazione per volta. Misura il tempo risparmiato e rendilo visibile al team.
Smetti di iniziare, impara a concludere
Meglio chiudere tre massi e liberarli per sempre che toccarne dieci e lasciarli a metà. Il morale (e il ROI) ringraziano.
La vera trasformazione è quando quel lavoro infinito scompare: il report si aggiorna da solo, le anagrafiche sono pulite all’origine, i sistemi si parlano, e tu puoi usare tempo ed energia per decidere, non per raddrizzare colonne.
Se ogni lunedì ti ritrovi a spingere lo stesso masso, forse non serve più forza: serve cambiare la pendenza della montagna e la fatica diventa progresso.
Con questo concludo e #restoinascolto.
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