Prêt-à-porter o sartoria? Anche nell’ERP c’è da scegliere
- Filippo Busca

- 1 set
- Tempo di lettura: 2 min
Ti è mai capitato di perderti su YouTube a guardare video che all’inizio sembrano avere poco a che fare con il lavoro? Ecco, qualche giorno fa è successo a me: mi sono imbattuto in un video dove il proprietario di un noto negozio di moda bolognese diffondeva un po’ di cultura sartoriale. Non capendo granché dell'argomento, pensavo che l’avrei chiuso dopo pochi secondi. Invece la sua passione mi ha catturato.
Il tema era semplice ma affascinante: la differenza tra prêt-à-porter (l’abito standard che puoi indossare subito) e sartoria su misura (il capo cucito esattamente sulle tue esigenze).
Mentre lo guardavo, mi è scattato il collegamento con il mio mondo. (Ecco ci risiamo Filippo, in quali voli pindarici ti sei infilato questa volta? Ce la fai a stare fermo con quel cervellino? ...Questi sono i classici commenti di mia moglie).
Quando un’azienda decide di cambiare ERP si trova davanti allo stesso bivio: 👉 quanto mi adatto allo standard? 👉 quanto invece scelgo la personalizzazione?
È un dilemma che, seppur su piani diversi, ricorda molto quello che provi quando devi acquistare un abito per un evento importante: meglio un abito pronto e affidabile, oppure un capo unico cucito addosso a te?
Proprio come un vestito standard, un ERP chiavi in mano è pronto, testato, diffuso. Riduce i tempi di implementazione, porta con sé meno rischi, e spesso “sta bene a tutti”. Un vantaggio enorme, soprattutto se l’obiettivo è partire in fretta e con una base solida.
Il rischio, però, è evidente: se hai “misure particolari”, cioè processi fuori dallo standard, potresti ritrovarti con un gestionale che ti va troppo stretto o troppo largo.
Dall’altra parte c’è la customizzazione. L’ERP fatto su misura. Ogni dettaglio progettato attorno alle tue esigenze: processi, flussi, report, interfacce. Un abito perfetto… almeno in teoria.
Perché la sartoria costa tempo, richiede competenza, e ogni errore di taglio può compromettere il risultato. Troppa personalizzazione può trasformarsi in un sistema complesso, fragile, difficile da mantenere.
La vera sfida? L’equilibrio
E allora? Prêt-à-porter o sartoria? La risposta sta nel trovare un equilibrio intelligente. Magari partire da uno standard robusto, ma concedersi alcune modifiche sartoriali dove serve davvero. Piccoli adattamenti che fanno la differenza senza snaturare l’abito.
In fondo, il punto non è scegliere tra bianco e nero, ma capire cosa serve davvero alla tua azienda e quanto sei disposto a investire per ottenerlo
Ecco qualche spunto che ho visto funzionare nei progetti:
Parti standard, personalizza solo il critico. Non tutto merita di essere cucito su misura.
Distingui il bisogno reale dal retaggio. Molte richieste di personalizzazione derivano da vecchie abitudini, non da necessità concrete.
Affidati a un “sarto” esperto. Un bravo partner tecnologico ti aiuta a capire dove basta un buon prêt-à-porter e dove serve davvero il taglio su misura.
Che tu stia scegliendo un abito o un ERP, la logica non cambia: l’obiettivo è sentirsi a proprio agio e pronti ad affrontare le sfide del futuro con sicurezza.
E ricordati: in sartoria ci vuole un bravo sarto, nel gestionale un team capace di tagliare e cucire i processi con la stessa attenzione. Perché, alla fine, il successo sta tutto lì: un sistema che calza davvero alla tua azienda.
Con questo concludo e #restoinascolto.




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