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Rock, passione e tecnologia: cosa ci insegna il Boss sulla trasformazione digitale

  • Immagine del redattore: Filippo Busca
    Filippo Busca
  • 9 set
  • Tempo di lettura: 2 min

30 giugno 2025. Ore 22.06. Dopo due ore serrate di concerto non stop, senza un attimo di pausa, Bruce Springsteen intona Born in the U.S.A.. Lo stadio di San Siro si illumina improvvisamente a giorno. In quel momento ci siamo sentiti tutti un po’ americani, travolti da quell’energia inarrestabile.


Il Boss è così: capace di unire sogno e contraddizioni, poesia e rabbia, sempre pronto a ricordare al suo pubblico – con parole mai tenere – che anche l’America non è solo stelle e strisce. Eppure, con la sua eleganza ruvida, una cravatta su un palco senza fronzoli, pochi effetti speciali, quasi zero tecnologia apparente… ha incantato 60mila persone. Solo passione, energia e amore per la musica.


Il giorno dopo il concerto, non ho potuto fare a meno di pensare: quante aziende si dimenticano che la vera trasformazione non si misura nei “fronzoli tecnologici”, ma nella capacità di trasmettere valore autentico. Come Springsteen, che senza maxi-schermi futuristici o fuochi d’artificio regge un concerto di tre ore, anche un progetto digitale dovrebbe poggiare su basi solide: visione, cultura, energia condivisa.

Troppe volte, quando si cambia un ERP o si parla di digitalizzazione, ci si concentra sugli “effetti speciali”: dashboard scintillanti, interfacce colorate, AI e buzzword di moda. Ma senza processi chiari, dati di qualità e persone coinvolte, quella tecnologia rimane solo un bel palco vuoto. Il pubblico (i clienti, i collaboratori) se ne accorge subito: manca la musica, manca l’anima.

La lezione della star planetaria è chiara:

  • la tecnologia è un amplificatore, non il contenuto;

  • l’energia deve venire dalle persone;

  • la leadership è saper reggere il palco con coerenza e passione.


E allora, quando pensi a un progetto di trasformazione digitale, prova a chiederti:

  1. Ho davvero coinvolto le persone giuste? Sono loro a portare energia o mi sto affidando solo agli effetti speciali?

  2. La tecnologia che sto introducendo amplifica la mia musica (cioè i miei processi e valori) o rischia di coprirla?

  3. Sto creando un concerto da ricordare… o un fuoco d’artificio che dura pochi secondi?


Alla fine, anche in azienda vale la stessa regola di un grande concerto: non contano solo le luci, conta la musica che sai far arrivare al cuore delle persone. E Bruce Springsteen ce lo ha ricordato ancora una volta: il vero cambiamento nasce dall’autenticità, dall’energia e dalla passione condivisa.


E tu, nella tua azienda, stai puntando più sugli effetti speciali o sulla musica?


Con questo concludo e #restoinascolto.


 
 
 

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