Costruiamo il bagno nel salotto?
- Filippo Busca

- 6 giu
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 9 giu
Succede sempre così.
Durante una demo o un’analisi preliminare per l’introduzione di un nuovo gestionale, le persone coinvolte — responsabili, utenti, referenti dei vari reparti — partono con il miglior spirito: raccontano come lavorano, cosa fanno ogni giorno, quali difficoltà incontrano. E fin qui, tutto perfetto.
Poi però arriva quel momento: il racconto prende una strana deviazione.
“Sai, una volta ci è capitato che il cliente chiedesse la spedizione con tre mezzi diversi, ma voleva una sola fattura con i costi separati, consegnata in copia cartacea al cantiere B, e solo il DDT digitale al cantiere A. E con ordine suddiviso per tipologia di materiale… oh, e serve tutto entro le 8:00."
Tu ascolti, annuisci, prendi nota. Poi chiedi, con gentilezza:
“Interessante. E… capita spesso?” “No, è successo una volta. Ma non si sa mai…”
Ecco. Non si sa mai. Questa frase, apparentemente innocua, è una delle principali cause di progetti complessi, lunghi e a volte persino fallimentari. Perché? Perché da lì parte una corsa a progettare il nuovo software pensando alle eccezioni, invece che alle abitudini consolidate, a ciò che realmente accade ogni giorno.
La trappola dell'eccezione.
Capita spesso, nei progetti software, di voler “coprire tutto”. E intendiamoci: l’obiettivo è anche giusto, in teoria. Ma in pratica, se iniziamo a dare la stessa importanza a ciò che succede tutti i giorni e a ciò che è successo due volte negli ultimi cinque anni… rischiamo di disegnare un gestionale che:
diventa più complicato da usare,
richiede sviluppi su misura inutili,
costa di più in analisi, test, formazione e manutenzione.
E il paradosso? Alla fine, quella benedetta eccezione capita comunque in un modo leggermente diverso… e bisogna gestirla comunque “a mano”.
Partire dal quotidiano. Il buon senso, anche in ambito digitale, dovrebbe guidarci :
Cominciamo dalla consuetudine: quali sono le attività che facciamo ogni giorno?
Ottimizziamo quelle: riduciamo tempi, automatizziamo, semplifichiamo.
E poi, solo poi, ragioniamo sulle eccezioni.
Non sto dicendo che vadano ignorate, per carità. Ma vanno messe nel loro giusto posto, trattate per quello che sono: deviazioni, non regole.
Concedetemi un esempio semplice. Immaginate se una casa venisse progettata in base all’evento eccezionale. Una volta ogni due anni viene mio cugino che abita lontano. Dopo aver guidato per ore e percorso centinaia di chilometri, ha bisogno di una doccia al volo appena entra. Che faccio, stravolgo il progetto dell’impianto idraulico e della casa per costruire un bagno extra in salotto solo per quel momento?
Nei processi di analisi e software selection, il mio consiglio è sempre lo stesso:
Concentratevi prima su ciò che fate tutti i giorni. Chiedetevi: "Questa cosa che sto chiedendo... capita una volta al mese o una volta all'anno?" E infine: "Vale davvero la pena complicare tutto per gestirla a sistema?"
Il gestionale giusto non è quello che “fa tutto”, ma quello che fa bene quello che serve più spesso. E sulle eccezioni? Intelligenza, elasticità, e un pizzico di pragmatismo.
💬 E tu?
Hai mai costruito un bagno in salotto?
Con questo concludo e #restoinascolto.




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