Il comodino dietro la porta (e l’abitudine che ci impedisce di cambiare)
- Filippo Busca
- 29 giu
- Tempo di lettura: 2 min
C’è un esempio che ho rubato — lo confesso pubblicamente — al mio Amministratore Delegato. Raccontava di una casa in cui, dietro una porta, c’è sempre stato un comodino. Un mobile piccolo, per carità, ma piazzato proprio lì dove la porta non può aprirsi completamente.
Ogni volta che entri in quella stanza, la porta si blocca. Sei costretto a fare una mezza manovra, passare di lato, chiudere un po’ la porta, girarsi, infilarsi. Un po’ scomodo, ma ci si abitua. Nessuno dice niente.
Fino a che qualcuno — spesso un ospite, uno "sguardo nuovo" — fa la domanda che cambia tutto: 👉🏻 “Ma serve proprio quel comodino lì?” “Non si potrebbe spostare da un’altra parte?”
Ed è lì che scatta qualcosa. Non perché qualcuno abbia avuto un’idea rivoluzionaria, ma semplicemente perché ha avuto il coraggio di mettere in discussione qualcosa che era sempre stato così.
Quanto comodini ci sono nelle nostre aziende? Succede lo stesso in azienda. Ogni giorno. In ogni processo. Sistemi gestionali che funzionano “così da sempre”, fogli Excel con nomi criptici, approvazioni doppie, giri inutili, dati inseriti due volte. Oppure riunioni settimanali che “abbiamo sempre fatto”, anche se nessuno sa più bene a cosa servano.
Sono tutti comodini dietro la porta. Piccoli ostacoli quotidiani che rallentano il lavoro, ma che ormai fanno parte dell’arredamento aziendale. E nessuno li mette in discussione, perché “sono sempre stati lì”.
La vera trasformazione comincia da qui. Quando si parla di innovazione digitale, ci si concentra spesso sulla tecnologia: nuovi software, dashboard, intelligenza artificiale. Ma la vera rivoluzione parte da un gesto molto più semplice: guardarsi intorno e chiedersi “Questo serve davvero?” “Possiamo fare meglio?” “Cosa succederebbe se…?”
Cambiare software gestionale, per esempio, non è (solo) una questione tecnica. È una scelta culturale. Un’occasione per rimettere in discussione vecchi modi di lavorare, rivedere processi, eliminare attriti, alleggerire le giornate. Per aprire la porta completamente.
Il difficile è proprio vedere il comodino. Il paradosso è che più a lungo un oggetto (o un’abitudine) rimane in azienda, più diventa invisibile. Fa parte dello sfondo. Lo si accetta. Ecco perché servono due cose fondamentali:
Uno sguardo esterno – qualcuno che non sia abituato a quell’ambiente e che possa notare l’incoerenza.
Il coraggio di fare domande scomode – anche se la risposta è “è sempre stato così”.
Se ti accorgi che ogni giorno devi fare una mezza acrobazia per aprire una porta, prima di cercare una porta più grande…..prova a guardare cosa c’è dietro.
Magari è solo un comodino. E magari, semplicemente, non serve più.
💬 E a te è mai capitato di scoprire un "comodino" nella tua organizzazione?
Con questo concludo e #restoinascolto
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